20.5.08

Unica opposizione. Come sempre dalla parte dei cittadini

22.12.07

Questo vuoto esploderà

Pallidi orizzonti, le ceneri di un tempo che dovrà finire. L’eclissi di una sazia e spenta civiltà. Muoiono le stelle, tra gli ultimi bagliori e un assordante nulla.” da: La glaciazione. Subsonica. 2007.
Fine 2007. Un’Italia svogliata e immobile celebra le sue feste. In silenzio, neanche più il rumore degli acquisti, acquisti senza rumore. Nel frattempo i suoi servitori dediti subiscono il processo pubblico che spetterebbe ad altri. Sono nato in Calabria, potrei elencare i nomi e i cognomi di chi, per via diretta, o attraverso amici e parenti, ha aperto nella mia terra madre violentata imprese fasulle con i soldi della comunità europea. Non c’è destra o sinistra, c’è il sistema. E’ così e basta. Li conosco, li ho visti in faccia, sfacciati e arroganti nel potere. Ogni tanto il nostro Paese riceve in dono umili servitori, semplici e dediti. Non ascoltano diplomazia, non comprendono, agiscono e basta. Seguono il proprio ideale, così poco rivoluzionario da essere scritto da ormai 60 anni dentro la nostra Costituzione, così poco rivoluzionario da esserlo davvero. Anche loro hanno dei nomi e cognomi. Ma si possono dire. Non fanno paura. Luigi De Magistris e Clementina Forleo. Luigi, il suo capo inquisito dal CSM perché trasmetteva le informazioni di De Magistris agli stessi indagati, è lui accusato di non aver più trasmesso i dati delle sue indagini ai superiori. E accusato di non fidarsi dei suoi superiori, quindi sarebbe incompatibile con l’ambiente. Il Ministro del governo che ho votato, allo stesso modo del Ministro del precedente governo che non avevo votato, ne propone lo spostamento, perché incompatibile. Certo, un uomo onesto è incompatibile con un sistema corrotto e che corrompe. Silenzio. Tutti in silenzio. Tutto tace. E Luigi che ci ha creduto vive un Natale di solitudine e paura. In giro, acquisti senza rumore. Clementina, ormai dichiarata praticamente folle, incapace di ricoprire un ruolo monocratico. Quasi nessuno era mai stato cacciato in questo modo. Anche lei, ha ritenuto strano che la politica e l’economia operassero in maniera così legata. Strano che i politici, invece di dettare le regole del gioco, fossero in campo, con una casacca ben definita. Ha provato ad indagare, non ha emesso sentenze, ha proposto un filone di inchiesta. Apriti cielo, lesa maestà, il potere ha altre regole, altri vocabolari, fuori dalla legge, dentro le “logiche politiche”. La legge non vale, in buona fede, non vale. E lei? Va rimossa, allontanata, reietta, folle in un mondo di uomini cinici e spietati. Clementina, un Natale di umiliazione e dolore. Fuori, acquisti senza rumore. Craxi, Forlani, Pomicino, Andreotti, De Mita. Quasi tutti riabilitati. Sfortunati, politici in un tempo in cui l’opinione pubblica era vigile, schierata dalla parte dei giusti. Tangentopoli fu per il sostegno della gente. Oggi è negli acquisti senza rumore. Nel 1992 ricordo mia madre in lacrime per la morte di un giudice delle sue terre, eroe e speranza. Oggi silenzio. Tutto tace. E’ il silenzio che preannuncia il terremoto. Ho provato a spiegare, parlare, il diplomatico che è mite e gentile è frustrato. Avere ragione, essere sostenuto, ma nessuno si muove su questo. Fin dalle piccole realtà. Fin da Grugliasco, dove molti mi dicono che i giudici non dovevano andare in televisione. Neanche i politici devono andare in televisione, dovrebbero andare in Parlamento. Dovrebbero fare le riforme in Parlamento. Non nei salotti. Sono loro che cercano la visibilità. Troppi dimenticano che Falcone e Borsellino andarono in televisione prima di morire. Anche loro furono criticati. Certo chi urla dà fastidio. Peccato che la tv dovrebbe comunicare e dare spazio a tutti. No…i politici occupano gli spazi. E gli altri, i giudici, creano problemi. Solo loro debbono essere colpiti perché sono andati in tv. Io a bocca aperta, in silenzio, scioccato. Con il terrore di non cambiare nulla ma di essere cambiato. Chi è mite comprende gli altri, ma rischia di non essere compreso. Buon Natale, speriamo il senso della nascita divina riesca a richiamarci il senso della trave e della pagliuzza nell’occhio. Quanto servirebbe al nostro Paese il Natale, con il suo senso di rinascita, civile e spirituale.Chissà il 2008… Essere gentile con chi è umile. Spietato con chi è arrogante, vorrò essere così. Vorrei aiutare Luigi e Clementina. Non si può. Questo è il Paese che divora i suoi figli, il Paese dei maestri che non insegnano. Paese morto e infame. Muoiono le sue stelle ma tutto tace.

Questo vuoto esploderà. Muoiono le stelle, tra gli ultimi bagliori e un assordante nulla.

Luigi de Magistris Clementina Forleo

Il parere di Violante: i giudici hanno sbagliato

Antonio Di Pietro contro Bruno Vespa

2.12.07

Il nostro Liberatore

Colgo l'occasione per esprimere il mio orgoglio per le parole e per l'azione del ministro Di Pietro sul miliardo di euro che ha voluto bloccare e che non vuole utilizzare senza che l'azienda delle Ferrovie dello Stato s.p.a. abbia uno specifico progetto o qualora non sappia cosa essa stessa se ne faccia.
E' il primo politico che prende una posizione simile. E' loro di finirla con gli sprechi e con episodi di malcostume finanziario.
I risparmi dei cittadini si utilizzano per finalità sociali, per gli interessi dei cittadini e delle aziende. Si deve investire in progetti che agevolano la vita dei contribuenti e non per soddisfare gli appetiti degli amici di quella o di quell'altra fazione politica.
Basta soldi dati al buio senza sapere a cosa servono.
Penso a quei milioni di pendolari che ogni mattina si svegliano per andare a lavorare e che oltre allo stress del viaggio devono sopportare le inefficenze e il pessimo servizio del treno. Credo che le frasi del ministro abbiano dato un conforto a quei passeggeri che non ne possono più dei disservizi delle Ferrovie. Forse anche loro avranno appoggiato il fatto che i soldi devono essere spesi per migliorare lo stato attuale penoso delle FS.
Il leader dell'Italia dei Valori rappresenta il nostro liberatore. Solo lui può ripulirci da quella gentaglia che governa il paese solo per i propri interessi, che pensa solo alla poltrona, che cerca di sistemare i propri amici, che cerca di soddisfare le azienda amiche, che fa accordi con le organizzazioni criminali per spartirsi gli appalti, che deturpano la casse dello Stato e che non realizzano nulla e che si muovono solo per se stessi e quando fa comodo a loro.
Di Pietro costituisce forse l'unica nostra speranza per cacciare i personaggi loschi dalle istituzioni, ma soprattutto per abolire il modo vecchio di fare politica. Lui è il volto moderno e nuovo della classe italiana.
Credo che il livello di sopportazione degli italiani sia arrivato ad un limite.
Forse il Ministro Di Pietro è l'unico a dare sollievo alle esigenze del nostro paese.

Rebecchi Lorenzo

17.11.07

Assunzioni di lusso per la Casta e precariato per i sudditi

Recentemente c'è stata una bella batosta per i poveri sudditi da parte della solita e immodificabile casta politica e corrotta.
Faccio questa bella distinzione perchè se facciamo caso i soliti notabili e la lor cerchia ristretta del potere hanno casa belle, viaggiano a gratis su aerei e treni a spese dello Stato. Hanno ottimi stipendi. Riescono ad avere gli immobile del patrimonio pubblico a basso prezzo rispetto al valore di mercato.
Fanno vacanze in posti da sogno e hanno molti servizi gratuiti. Raccomamdano gli amici e i propri leccapiedi nei posti migliori, mentre il resto della plebe deve accontentarsi di quello che rimane.
I sudditi devono sopportare la vita sempre più cara. Devono subire l'aumento dei costi e non vedono mai aumentare il proprio salario. Devono pagare una rata del mutuo sempre più alta.
Ma adesso ho scoperto che la distinzione in caste arriva anche per il lavoro. Non ci credete vi faccio un esempio.
Dunque il figlio di Mastella, Pellegrino, 32 anni, avvocato, ha avuto un contratto di collaborazione con il ministero dell'Attività produttive per soli 4 mesi per un netto annuo di 32.000,00 euro circa. Più del mio stipendio annuo. Ci sarebbe arrivato se non fosse figlio di papà? E poi non mi sembra che la sua specializzazione non centri molto con quel settore ministeriale.
Il signor Geronzi, inquisito in sette processi, e già condannato in primo grado per un reato, addirittura ha ottenuto la presidenza del consiglio di sorveglianza di Mediobanca. Non una banca qualunque, ma la banca che comanda la finanza italiana. Non voglio immaginare il loro stipendio perchè sarebbe un insulto alla miseria e alla morale. Poi ha altre cariche di prestigio nelle grandi istituzioni finanziarie.
Forse è riuscito ad arrivare indistrubato fino a quel livello perchè i loro mentori politici l'hanno voluto mettere. Infatti ha salvato il partito dei Democratici di Sinistra dagli oltre centinaia di milioni di debiti accumalati in pochi anni.
Senza poi dimenticare poi l'aiuto straordinario che ha dato negli anni '90 alla Fininvest che aveva circa 4.000 miliardi di lire di debiti, poi con l'ingresso di Berlusca in politica sono riusciti a ripianare l'esposizione finanziaria.
Potete leggere 100 casi di questi sul libro "La Casta".
Mentre noi mandiamo i figli a scuola, li facciamo studiare, facciamo tanti sacrifici, poi quando è il loro momento tornano a casa dai colloqui di lavoro e sono tristissimi per le offerte ottenute.
Ricevono offerte di 1 mese, 2 mesi, 3 mesi di contratto e poi non si sa, anzi dicono che è stato riferito loro chiaramente: "Non si faccia illusioni".
Magari offrono un contratto a progetto se va bene, neanche con le agenzie interinali le cose migliorano.
Nessun proposta di lavoro a tempo in determinato o in prova. Niente di tutto questo. Solo sofferenza, tasse, costi e pagamenti rateali per evere a volte il necessario.
Le medesime situazioni si verificano anche livello locale. Mi rammarica l'episodio raccontato da un amico. Mi sono venute le lacrime agli occhi. E' successo a Novara.
Il caso è questo. Il consiglio provinciale si riunisce per discutere sul caso dell'assunzione della Provincia del dirigente Sarcinelli che ha problemi giudiziari; la maggioranza difende l'operato del presidente Vedovato per averlo voluto nella sua amministrazione.
Poi il mio carissimo amico, precario in provincia, mi dice che non gli viene garantita l'assunzione perchè " altrimenti non si rispetta il patto di stabilità".
Ma che cavolo di risposta è questa. Ma come, a lor signori viene garantito tutto e a noi non ci spetta nulla. Neanche un futuro per i nostri giovani e le nostre famiglie.
E poi saremme dei bamboccioni. Ma come cavolo possiamo avere un futuro. Ma vadano farsi un giro per vedere come stanno le cose.
Invece di fare questi giochetti perchè non troviamo delle soluzioni per aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese e per impedire che si indebitano. E' proprio possibile che non ci sia un sistema per dare delle opportunità e un futuro a noi giovani.
I previlegiati devono avere tutto e quello che vogliono, noi ci dobbiamo accontentare di avere le briciole. Non c'è più giustizia e c'è sempre meno democrazia. Non ci sono più diritti ma solo doveri, pagare le tasse e basta. Dobbiamo prenderci quello che ci spetta e non votare certi politicanti.
Noi giovani dobbiamo unirci e partire dal basso. Con l'unione e con un progetto reale possiamo cambiare il sistema e avere più chance di una vita migliore e con meno sacrifici.
Possiamo migliorare la giustizia sociale, economica di questo paese. Abbiamo sempre gli stessi politici al potere e non cambiano mai, se prima non muore qualcuno. Loro pensano alla conservazione del potere e del sistema politico; solo noi con le nostre forze possiamo ancora restituire diginatà e credibilità alle nostre istituzioni ed ai nostri cittadini.
Qui è sempre più regime e sempre meno democrazia, meno libertà e ancor meno Stato di diritto.

Rebecchi Lorenzo

10.11.07

L’impegno dei ragazzi per De Magistris








Oggi presso il mercato di Grugliasco (TO) in Via Echirolles si è tenuta la raccolta firme a sostegno del PM di Catanzaro Luigi De Magistris. Il GIV Piemonte sta collaborando attivamente con il gruppo IDV Grugliasco per questa causa sin dai primi momenti e continuerà a farlo in futuro. Non vogliamo stare fermi a guardare consentendo ai “potenti di turno” di camminare sulle nostre teste. Invitiamo perciò tutti ad aderire all’iniziativa ed a firmare, se non ad organizzarsi sul territorio locale e nazionale in tal senso.

Di seguito la nostra proposta:

SORPRESI
Siamo sorpresi per la richiesta di trasferimento del PM di Catanzaro Luigi De Magistris: il Ministro Mastella interviene in modo dirompente su importanti indagini che vedono coinvolti politici – di cui lui stesso, imprenditori e magistrati e che subirebbero un insopportabile stop.
Siamo sorpresi dell’avocazione delle indagini di De Magistris dal Consiglio Superiore della Magistratura presieduto dal Presidente della Repubblica.
INDIGNATI
Siamo indignati per un sistema giustizia poco trasparente e che, dopo la pagina nera dell’indulto strenuamente voluto e difeso da Mastella, devasta la già scarsa credibilità delle istituzioni aumentando la sfiducia dei cittadini verso la politica.
Siamo indignati del silenzio della Presidenza del Consiglio dei Ministri come della Presidenza della Repubblica Italiana, garante della nostra Costituzione e Democrazia di cui l’Etica è stata oltrepassata.
IMPEGNATI
Ci impegniamo a mobilitarci a difesa della democrazia per una giustizia uguale per tutti contro le interferenze della politica e contro ogni forma di arroganza dei potenti.
ORGANIZZATI
Siamo pronti a tutte le iniziative necessarie perché “la casta” la smetta con i soprusi e le lobby non si impadroniscano dello Stato.
UNITI
Invitiamo i cittadini onesti, la maggioranza in questo Paese, ad unirsi in una rete di solidarietà che chieda alla Presidenza della Repubblica Italiana il suo intervento sul caso De Magistris per ricordare l’Etica Democratica e Costituzionale e sollecitare i provvedimenti idonei alla ripresa e tutela delle indagini in corso, ciò con lo scopo di aiutare tutti i magistrati ad andare avanti fino in fondo a tutela della legalità troppo spesso violata.
Chiediamo le dimissioni di Mastella e il ripristino del programma di riforme della Giustizia.Ribadiamo il nostro pieno impegno all’azione di Antonio Di Pietro.
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Coordinatore GIV Piemonte
PER UN FUTURO DI GRANDI VALORI

9.11.07

Ragione sociale: "La Mafia s.p.a."

La mafia è la prima azienda italiana. Questa è stata l'affermazione che ha invaso le prime pagine della stampa non solo nazionale nel recente periodo.
Novanta miliardi di fatturato annuo, si è detto. A tanto sarebbe giunto il "fatturato del malaffare". A tale approssimativa espressione, si è osservato che la mafia non fattura, per la semplice ragione che non è un'azienda e che non ha istituito le scritture contabili previste dal Codice civile.
In proposito, quand'anche improprio affermare che la "Mafia fattura", mi permetto di osservare che tante aziende contigue e/o affiliate ad organizzazioni mafiose (cosa nostra, n'drangheta, camorra, sacra corona unita etc.), con regolari scritture contabili puntualmente istituite, fatturano le loro prestazioni (naturalmente fittizie), magari a favore di soggetti insistenti o inconsapevoli.
Tecnicamente, trattasi di Fatture per Operazioni insistenti, tanto oggettivamente (operazione economica mai eseguita), tanto soggettivamente (trattandosi di soggetto indicato come controparte inesistente o ignaro).
Tale strategia, comunemente, è volta ad immettere nel circuito legale, proventi e risorse finanziarie, spesso ingentissime, aventi tutt'altra origine e natura (traffico di stupefacenti, estorsioni, usura, sfruttamento della prostituzione, gioco d'azzardo, evasione fiscale, reati fallimentari, traffico di armi, immigrazione clandestina, contraffazione di marchi e brevetti, contrabbando intra o extra ispettivo e chi più ne ha più ne metta!).
E' il riciclaggio per eccellenza, quasi scolastico che, per quanto semplice, è molto difficile da scoprire in quanto si confonde nell'ambito di un fatturato parzialmente regolare e strumentale alla dichiarata attività economica. D'altro canto, come si spiegherebbero diversamente le tante e diverse modalità di accumulo e investimento di denaro proveniente da attività illecita?
Al riguardo, sovente, ci capita di osservare di grosse realtà imprenditoriali apparentemente poco attive, quasi amorfe o disinteressate a investire, innovarsi, magari prive di ogni naturale entusiasmo d'impresa (soprattutto strutture turistiche, società di consulenza, società finanziarie etc.) che, pur non avendo una grossa affluenza di clientela, registrano, di contro, consistenti fatturati, laddove un 30-50% deriva dall'esercizio della dichiarata ed ufficiale attività economica, la differenza ha origine illecita.
Alla fine della giostra possiamo dire che la Mafia fattura e, in questo modo, paradossalmente, su tali ricavi, paga anche le tasse.
Il circuito legale serve per investire le risorse che sono frutto dell'attività illecita. Questo denota il bisogno di reprimere non solo i criminali, ma anche chi convive con la mafia; in poche parole si deve colpire quella parte della società civile e politica che dà appoggi e consente alle organizzazioni criminali di conservare i propri profitti in cassaforte, di vivere bene e di crescere indisturbata.
Non si può riuscire a produrre una ricchezza pari al 6/7% della nostro prodotto interno lordo, senza avere gli appoggi giusti ed a certi livelli.
Il tutto non è dato al caso.

Rebecchi Lorenzo

6.11.07

Giornata mondiale per il bando delle armi a grappolo

In occasione della prima Giornata mondiale di azione contro le armi a grappolo, l'UNICEF ha esortato i governi a creare un patto internazionale legalmente vincolante che vieti tali armi mortali, che rappresentano una grande minaccia per i civili, soprattutto bambini.
Le armi cluster sono bombe a grappolo che hanno varie cariche esplosive che prima di cadere al suolo esplodono con effetti nell'arco di vari chilometri e contengono centinaia di bombe piu' piccole che a volte si depositano al suolo, diventando un pericolo per chi le calpesti inavvertitamente. Circa il 20% degli ordigni resta inesploso, ma rispetto alle mine essi sono piu' pericolosi, in quanto hanno un raggio d'azione di 150 metri, quindi uccidono chi le calpesta e uccidono o feriscono anche chi si trovi nel loro raggio d'azione.
Troppe tragiche storie di munizioni cluster dimostrano che non possono essere utilizzate in zone popolate da bambini senza mettere a repentaglio il diritto alla vita, alla salute, al gioco e ad un ambiente sicuro. Questo è il pensiero dell'agenzia in un comunicato stampa. E questi incidenti mortali o mutilanti (con perdita di arti, vista o udito) avvengono sia durante che dopo i conflitti, come avviene in Libano, dopo la guerra tra Israele e gli Hezbollah, e in Bosnia, Cambogia, Iraq, Laos, Serbia e Vietnam.
I bambini, nota l'UNICEF, rappresentano un terzo dei colpiti dalle bombe cluster in Afghanistan, mentre durante la guerra del Kosovo molti bambini sono stati feriti munizioni cluster di mine terrestri antiuomo. I bambini infatti hanno una naturale curiosita' e il desiderio di giocare, e per questo sono piu' soggetti al ritrovamento delle munizioni cluster mentre effettuano esplorazioni, recuperano oggetti caduti in acqua o giocano a calcio, dato che le armi a frammentazione spesso appaiono come palline o canestri, oggetti che i bambini sono abituati a vedere, oppure sono colorate, il che le rende piu' attraenti per i bambini.
Il danno, ha sottolineato l'agenzia ONU, non riguarda solo chi rimane direttamente colpito, ma anche i suoi fratellini, privati dell'istruzione, dato che le famiglie difficilmente possono permettersi sia le spese mediche che quelle scolastiche. E non riguarda solo il fisico, ma genera anche implicazioni psicologiche.
Recentemente il parlamento UE ha chiesto alla Commissione ed agli Stati membri di vietare produzione, commercio, acquisto ed uso delle cluster bomb.
Il nostro ruolo dovrebbe essere quello di fare il più possibile informazione su questi fatti, perchè più persone conoscono queste notizie più possiamo spingere i governi dall'interno a prendere posizione per mettere al bando le armi che distruggono le vite dei bambini e non solo dei più giovani.
I bambini hanno un valore umano immenso; la rovina della loro esistenza è la fine del futuro dell'umanità. Più diamo spazio a queste iniziative che purtroppo i mass media trascurano e meno sorrisi togliamo dal viso dei nostri piccoli.

Rebecchi Lorenzo

Il viaggio di cronista italiano


Era il decano dei giornalisti italiani. Dopo Indro Montanelli se n'è andato anche lui. Enzo Biagi era l'ultimo di una generazione ormai estinta, quello dei cronisti, che ci ha raccontato l'Italia nell'ultimo secolo. Il suo modo di descrivere, spiegare e comunicare era semplice, mai aggressivo, sempre puntuale. L'Italia che fa fatica ad emergere dalle macerie di una guerra devastante, l'Italia che deve ancora incontrare la democrazia: sono gli anni in cui Enzo Biagi, partigiano e giornalista, racconta da testimone, lui, che nell'aprile del 1945 annunciava ai bolognesi attraverso una radio locale l'avvenuta liberazione. Libertà! Già, libertà, quella parola che non cadrà mai in disuso, ma che anzi, l'accompagna durante tutto il suo percorso. Fino ai giorni nostri, quando un'altra liberazione, assai meno epocale e combattuta, coinvolge il mondo dell'informazione: la fine del suo esilio mediatico, voluto nel 2002 dal Presidente del Consiglio. Oggi è libero di esprimersi, Enzo, anche se non potrà più farlo attraverso le colonne del Correre della Sera: chissà quante cose avrebbe avuto ancora da dirci! Vorrei chiudere con una sua citazione, più che altro per dimostrare quanto questa figura mancherà al nostro Paese:
«Ero l'uomo sbagliato al posto sbagliato: non sapevo tenere gli equlibri politici, anzi proprio non mi interessavano e non amavo stare al telefono con onorevoli e sottosegretari [...] Volevo fare un telegiornale in cui ci fosse tutto, che fosse più vicino alla gente, che fosse al servizio del pubblico non al servizio dei politici».
Bon voyage!

Roberto Barbieri

5.11.07

Psicofarmaci ai bambini: applichiamo il modello Piemonte

Il consiglio regionale del Piemonte ha approvato martedì scorso una legge regionale con cui si permette la somministrazione degli psicofarmaci ai minorenni solo in presenza di un consenso scritto dei genitori e prevede il divieto di sottoporre agli allievi delle scuole dell'obbligo a test volti a evidenziare loro eventuali disagi psichici o emozionali.
Inoltre sono previste azioni di monitoraggio per valutare gli effetti dei farmaci, al fine di valutare la correttezza terapeutica dei trattamenti a due anni dalla sua entrata in vigore.
Un'altra conquista importante arriva dal fatto che sarà data ai genitori la possibilità di conoscere nel dettaglio i principi del farmaco e gli eventuali effetti collaterali per il paziente. Saranno date anche tutte le informazioni relative alla possibilità di accedere ad altre cure alternative.
Il provvedimento è stato approvato all'unanimità da tutte le forze politiche.
L'idea di regolamentare per legge l'assunzione di psicofarmaci ai bambini deriva dalla questione che negli Stati Uniti e in molti paesi europei il consumo è aumentato in maniera rilevante.
E' emerso però che ai bambini iperattivi venisse affidata questa terapia per diversi motivi, ma poi erano spesso soggetti a malori incurabili, come cancro, o a morti improvvise, come infarto.
Dietro c'è la marcia commerciale delle grandi aziende farmaceutiche che spingono le istituizioni e i consigli medici a consegnare nelle mani di genitori sprovveduti materiale che risulta nocivo e non terapeutico a lungo termine.
Spesso i test sull'effettiva riuscita medica del prodotto non sono convincenti e altre volte vengono celati le conseguenze orrende di questi prodotti su persone di tenera età. Non si deve dimenticare che le patologie, che vengono trovate nei bambini non sono altro che pure invenzioni e sono senza reali prove scentifiche. Molti psichiatri e scienziati evidenziano che le azioni e gli stati d'animo di molti bambini non sono altro che il loro normale comportamento.
Il business ben venga, ma non può mai attentare alla vita umana ed abusare sul diritto alla salute dei nostri figli. I bambini non si toccano.
Questo è un successo che va al di la delle appartenenze politiche.
Per questo chiedo a gran voce che il GIV prenda il Piemonte come esempio, se non addiritura come modello, da proporre per altre realtà ove non siano sanciti questi principi nel loro piano sanitario regionale o nazionale.

Rebecchi Lorenzo

30.10.07

Di Pietro: un uomo concreto anche per il nostro novarese

Poche settimane fa si è risolta a favore della nostra zona il lavoro portato avanti dal Ministro Di Pietro. Dopo la sua vista del 3 luglio scorso emersero una miriade di critiche solo perché magari qualcuno voleva sentirsi dire che il nodo ferroviario si sarebbe fatto, che gli investimenti per le Ferrovie Nord si sarebbero compiuti o perché qualcun altro voleva che il titolare del Ministero delle Infrastrutture dicesse parole che suonavano come un omaggio per i componenti di quella piuttosto che di questa altra giunta.
Il ministro ha dimostrato serietà per il ruolo che ricopre e ha voluto con sincerità dire come stavano le cose. Non ha promesso nulla perché servivano i progetti e soprattutto i finanziamenti per le opere ed inoltre non dimentichiamoci che servivano i consensi di tutti i soggetti coinvolti nell’operazione.
Come suo solito dopo quell’incontro Di Pietro si è messo al lavoro, ha tracciato i progetti, ha studiato tutti i dettagli, ha messo al lavoro i tecnici ed ha ascoltato i pareri di tutti i rappresentati locali. Ha mediato le posizioni di tutti i soggetti coinvolti e non ha perso tempo.
Il 24 settembre è arrivato il lieto fine; ha affermato a tutti i soggetti presenti, Comune di Novara, Provincia di Novara e Regione Piemonte, Ferroviere Nord, Comune di Galliate, Anas e Rfi che le opere del Nodo Ferroviario, della stazione di Galliate, delle Ferrovie Nord, della Pedemontana e altre ancora si sarebbero eseguite perché i progetti avevano trovato l’adeguato finanziamento.
Ancora una volta il ministro si è dimostrato corretto, non ha preso in giro nessuno, ha lavorato sodo come suo solito e ha portato casa un risultato in breve tempo soddisfando tutti i rappresentanti istituzionali presenti a Torino e a Biella.
I novaresi godranno dell’azione amministrativa del leader dell’Italia dei Valori. Ne avranno beneficio i residenti, i passeggeri, i lavoratori e le aziende. Credo che non si possa dire nulla sull’operato del Ministro e penso che si sia meritato il giusto rispetto dei suoi interlocutori ed anche quello dei suoi avversari.
Egli ha sempre lavorato nella sua vita di operaio, di immigrato, di studente, di commissario di polizia e di magistrato; lo stesso dicasi quando è entrato in politica. Il suo impegno pubblico è solo destinato al miglioramento dell’azione amministrativa, all’aumento dell’ efficienza della cosa pubblica nello sfruttamento razionale e corretto le risorse economiche, riducendo al minimo gli sprechi.
Lo si è visto in occasione della revoca delle concessioni Tav e del Ponte dello Stretto di Messina con cui ha risparmiato, non sciogliendo la società, una penale di 500 milioni di euro, anche se gran parte delle forze politiche lo hanno criticato. Non dimentichiamoci che il 13 luglio il ministro ha presentato un progetto per la realizzazione della Torino-Lione in modo da scampare il pericolo di perdere gli enormi finanziamenti previsti per l’opera e allontanando il rischio di lasciare per strada una struttura già in parte progettata e costruita. Il suo lavoro sta iniziando a dare i primi frutti anche nel nostro territorio.
Vorrei finire solo dicendo le stesse parole che una volta sentii dire da lui in un incontro pubblico in mia presenza e che riassumono il suo e i nostri ideali: “Un giorno in più dedicato al lavoro è un giorno in meno lasciato alle recriminazioni e alle critiche”.

Rebecchi Lorenzo

La questione del G8 di Genova


Ho visto parecchi commenti sul mio blog, di cui molti negativi, sul fatto che Italia dei Valori non abbia dato il suo consenso alla Commissione d’inchiesta parlamentare per valutare i fatti del G8 di Genova del 2001.

Una premessa: siamo favorevoli ad una Commissione d’inchiesta su questo tema ma a condizione che si indaghi su tutti i fatti. Le questioni sono due: i comportamenti dei manifestanti e quelli della Polizia.

I no-global hanno sfilato per manifestare contro i potenti della Terra esercitando, legittimamente, un loro diritto. Alcuni, però, non si sono limitati a manifestare: hanno sfasciato vetrine, hanno incendiato macchine, hanno aggredito le forze dell’ordine. Una frangia di essi, quindi, ha commesso dei reati gravissimi per la quale la Procura della Repubblica e i giudici stanno procedendo, anzi hanno chiesto svariati anni di carcere. I fatti sono già accertati.

Cosi come è accertato, purtroppo e sotto certi aspetti ancora più grave, il fatto che le forze dell’ordine, per scoprire i colpevoli, non hanno fatto un’indagine di polizia giudiziaria nell’immediatezza, ma hanno rinchiuso alcune persone in una caserma e le hanno malmenate, provocando lesioni, comportandosi peggio degli altri.

Questa è una brutta pagina che merita un approfondimento innanzitutto in sede giudiziaria, e i giudici se ne stanno occupando: anche i poliziotti che sono accusati di aver commesso quei reati sono stati rinviati a giudizio.Oggi, in Parlamento, cosa si voleva fare? Una commissione d’inchiesta limitatamente ai comportamenti della Polizia. Che Commissione d’inchiesta è questa?

Un’inchiesta sui fatti del G8 deve essere fatta tenendo conto dei comportamenti di tutti coloro che erano parti in causa; degli errori, degli abusi, delle omissioni e delle violenze commesse da tutti. Allora si può ricostruire una pagina di Storia secondo verità.

Ecco perché noi dell’Italia dei Valori non possiamo consentire che una commissione nasca con il fine di indagare solo su una parte dei fatti.

Ciò che abbiamo proposto è una Commissione d’inchiesta sugli abusi del diritto di manifestazione da parte di alcuni manifestanti - non di tutti perché vanno rispettati quelli che hanno rispettato la legge -, e di alcuni poliziotti - non tutti perché vanno rispettati quelli che hanno rispettato la legge. Vanno puniti coloro che hanno abusato della loro funzione.

Si deve ricercare la verità: un risultato falsato dall’origine non sarà mai positivo.

Mi dispiace che, ancora una volta, si riferisca solo la parte d’informazione che interessa.

L’Italia dei Valori non è contro la Commissione sul G8: è contro l’uso strumentale della Commissione.
Antonio Di Pietro (www.antoniodipietro.com)

27.10.07

L'ex ponte di Messina


Le vicende relative alla società Stretto Messina, con tutte le polemiche che sono venute fuori, anche su questo blog, meritano qualche ulteriore spiegazione.

Anzitutto mi pare opportuno partire da quello che abbiamo fatto. Da quello che abbiamo già fatto, prima che nascesse tutto questo caso, perché questo dimostra che con l’emendamento per lo scioglimento della società, si voleva ottenere un risultato che in realtà già abbiamo raggiunto. Insomma, si voleva soltanto “ciurlare nel manico”.

Abbiamo già deciso l’anno scorso che il Ponte non si fa e i soldi ad esso destinati in precedenza li abbiamo già utilizzati per avviare la realizzazione di altre opere più urgenti in Sicilia e Calabria.
In Calabria i soldi previsti per il Ponte li stiamo utilizzando per le opere di efficientamento del sistema di attracchi a Villa San Giovanni, i lavori del megalotto Sibari-Roseto della statale 106 Jonica, la progettazione del megalotto Cotono-Cariati della stessa strada e la progettazione della tangenziale di Reggio Calabria. In Sicilia finanziamo le metropolitane di Palermo, Catania e Messina e il completamento della strada Agrigento-Caltanisetta.
Non c’era e non c’è altro da decidere per non realizzare il Ponte, giacché tutto è stato deciso.
Ci si chiederà, allora, perché mantenere in vita la società Stretto Messina. Ma io non ho alcuna intenzione di mantenerla in vita. Tanto è vero che ho proposto un emendamento che ne disponesse la fusione per incorporazione in Anas, emendamento che riproporrò quando il decreto legge passerà all’esame della Camera dei Deputati. Questo al Senato non è stato accettato, perché non si vuole che sia Anas a occuparsi della mobilità nello Stretto, ma una fantomatica agenzia di nuova istituzione, l’ennesimo ente inutile, buono per coltivare clientele e sprecare risorse.
In ogni caso, è bene che si sappia che ho disposto in via immediata il totale dimagrimento della società Stretto Messina: il personale sarà portato da 100 a non più di 5 unità, il CdA sostituito da un amministratore unico che non percepirà alcun compenso.
Questi sono i fatti. Come si vede, non si tiene in vita alcun carrozzone, si usano in modo efficiente le risorse a disposizione, si salvaguarda il valore generato in questi anni dalla società e si evita di pagare centinaia di milioni di euro in penali, che invece bisognava subito sborsare se avessimo ceduto al “furore ideologico” di alcuni parlamentari dell’ultrasinistra. Il tutto, avendo già raggiunto l’obiettivo di non realizzare il Ponte.


Antonio Di Pietro (www.antoniodipietro.com)